[F1] Alonso tre ore in Procura a Modena

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beppemanigliamania
00mercoledì 10 ottobre 2007 23:19
Per quasi 3 ore il pilota di F 1 della McLaren Fernando Alonso, due volte campione del mondo, ancora in lotta con Hamilton e Raikkonen per il titolo, è stato ascoltato in procura a Modena dal pm Giuseppe Tibis come testimone nell’ambito dell’inchiesta sulla spy story Ferrari.
E’ arrivato a palazzo di giustizia su una Mercedes nera entrando da un ingresso secondario, quello posteriore che porta direttamente nei sotterranei e da là è stato fatto salire al piano rialzato dove si trovano gli uffici della polizia giudiziaria dei carabinieri. Ha dribblato tutti, giornalisti, fotografi e operatori tv. Fernando Alonso, il campione del mondo di F1 convocato ieri a sorpresa e in gran segreto in procura a Modena dal pm Giuseppe Tibis che indaga sulla spy story Ferrari, che da inchiesta su un presunto caso di sabotaggio si è trasformata nei mesi nel più colossale caso di spionaggio industriale ai danni delle rosse di Maranello.
Non ha potuto invece sfuggire a flash, telecamere e microfoni, quando dopo tre ore di faccia a faccia con il pm Tibis è uscito dagli uffici dei carabinieri, ha percorso l’atrio di palazzo di giustizia ed è disceso in Canalgrande dove l’attendeva un Merceds nera con autista sulla quale Alonso si è infilato insieme con i suoi due legali spagnoli. Camicia grigio chiaro con sottili righe bianche, jeans, giubbino di gabardine chiaro un borsello nero a tracolla, Fernando Alonso è uscito sorridente e disteso dopo tutto quel tempo “sotto torchio”. Non ha rilasciato alcuna dichiarazione il campione del modo in carico di F 1. Né lui, né i suoi legali, compreso l’avvocato italiano Francesca Cattaneo del foro di Bergamo, preoccupata più della sua auto nel frattempo rimossa, che non dell’esito dell’interrogatorio. «Non posso dire nulla - ha detto il legale - mi sono limitata ad assistere i collegi spagnoli che assistono Fernando, che ha risposto in ogni caso a tutto quanto gli è stato chiesto».
«E’ stato sentito come persona informata sui fatti e nient’altro», si è affrettato a precisare il pm Giuseppe Tibis incalzato dai media subito dopo il faccia a faccia con campione spagnolo, anche per fugare eventuali sospetti di provvedimenti giudiziari che non ci sono stati, ma che avrebbero anche potuto farlo credere in relazione della presenza dei due legali iberici considerando che quando si è sentiti sostanzialmente come testi, non sarebbe necessaria la presenza di avvocati. Ma tant’è, la situazione Ferrari-McLaren come del resto quella Alonso-McLaren - quest’ultima ormai in via di rottura definitiva - è talmente delicata che il campione del mondo deve aver pensato bene, nel mettere nero su bianco davanti ad un magistrato, come forse fosse meglio avere accanto persone che di legge se ne intendono.
Bocche cucite ovviamente su quanto Tibis ha chiesto a Fernando Alonso e su quanto quest’ultimo gli ha risposto. Intuibile, anzi praticamente certo che le tre ore di interrogatorio abbiano riguardato soprattutto le e mail intercorse tra lui e il collaudatore della Mercdes Pedro de la Rosa, che potrebbero dimostrare come la McLaren fosse del tutto consapevole delle informazioni ricevute dall’ex capo dei meccanici di Maranello, Nigel Stepney. Una sorta di “catena di Sant’Antonio” dello spionaggio industriale quella messa in piedi. Insomma le cose, secondo l’accusa, sarebbero andate così: Alonso sarebbe stato messo al corrente dei segreti di messa a punto della Ferrari dal connazionale Pedro de la Rosa, collaudatore della sua stessa scuderia. Lo scambio di messaggi via e-mail tra i due piloti sarebbe avvenuto poco dopo l’avvio dell’attuale stagione di Formula Uno. Pedro de la Rosa da parte sua avrebbe ottenuto le informazioni relative alle monoposto Ferrari da Mike Coughlan, già progettista capo della McLaren, avute, secondo la Ferrari, dall’ex capo delle officine di Maranello, Nigel Stepney. Sul punto la Fia, venuta a sapere di quanto era accaduto, era stata perentoria con i piloti: “O dite tutta la verità e non avrete provvedimenti sul piano sportivo o, se verrà scoperto che è stato nascosto qualcosa, le conseguenze potrebbero essere molto serie”. Il”messaggio” della Fia era stato recepito da Alonso che avveva inviato una sua memoria al Tribunale parigino. E proprio queste carte sono poi arrivate, attraverso la Ferrari, sulla scrivania del pm Tibis. Da qua la sua decisione di convocare Fernando Alonso per avere maggiori e più approfondite spiegazioni.
Non è escluso, anzi è quasi certo, che nei prossimi giorni sia sentito sempre in procura a Modena il collaudatore della McLaren, Pedro de la Rosa.
Per ora comunque sul registro degli indagati della “spy story” con le accuse di spionaggio industriale, duplicazione abusiva di banca dati, frode sportiva e appropriazione indebita, con avviso di garanzia recapitati in pista alla vigilia del Gp di Monza, i nomi non sono cambiati e sono quelli di Ron Dennis, gran capo della McLaren, Jonathan Neale, direttore operativo, Martin Withmarsh, capo delle operazioni della scuderia, di fatto il numero tre della squadra, Paddy Lowe, direttore degli ingegneri, Robert “Rob” Taylor, capo meccanico, e ovviamente Mike Coughlan e l’ex tecnico “infedele” della Ferrari, Nigel Stepney.
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