Rodolphus
00giovedì 15 aprile 2004 00:25
Questa oneshot mi è stata suggerita da ricordi e frammenti di libri, film, poesie ed altre fanfiction che sono nella mia mente.
Tutte queste immagini formano la mia visione di Severus, Bellatrix e degli altri Deatheaters, dunque ringrazio in particolare Charlize Majere (Pares Vires), Tonks (Rodolphus Lestrange), Amechan (Caged), ed Ida 59 (Ritorno alla Vita, Cuore Oscuro). Enrico brizzi e Tolkien non si sentano offesi.
Disclaimer: Severus Piton e Bellatrix Lestrange appartengono a J.K.Rowling ed ai suoi editori. Alcuna violazione del Copyright è pertanto intesa.
Cara Bellatrix,
Finita questa lettera prenderò il mio mantello migliore, mi smaterializzerò vicino ad Hogwarts, percorrerò a passi lenti i prati sfiorati dal vento, ascoltando ogni suono, respirando ogni odore, per assaporare i miei ultimi attimi di libertà, poi varcherò i cancelli di pietra e mi costituirò ad Albus Dumbledore.
Sì Bella, tradirò, perchè non ha più senso vivere così. Troppi anni sono passati da quel giorno in cui sono morto dentro, dal momento in cui quelle due parole sono uscite dale mie labbra, uccidendo anche una parte di me.
Ma non è dell’essere un assassino che ho paura. Ormai ho imparato a vivere con questo rimorso.
E’ che disprezzo la mia vita.
Non sono più il Severus ombroso e malinconico dei miei diciottanni, e non sono il freddo assassino che tutti mi considerano.
Ma allora chi sono?
Ci ho pensato e ripensato, e l’unica risposta che mi sono dato è questa: sono un burattino nelle sue mani, e lui regge i fili della mia vita.
Dove siamo finiti, Bella?
Dov’è l’orgoglioso Lucius Malfoy, il campione del Tremaghi, il miglior Sepeverde uscito da Hogwarts negli ultimi ventanni? I suoi occhi fremono di paura in Sua presenza mentre trema come una foglia nel vento autunnale. Ha lasciato Narcissa ed il piccolo Draco soli troppo, troppo a lungo, ma nonostante la sua anima urli ferita, lui continua a vivere in attesa di una Sua chiamata.
E Rodolphus, il poeta che ti ha conquistata con le sue parole ed I suoi occhi tristi, con i suoi versi ardenti ed i suoi silenzi enigmatici… Ora la penna non la usa più, ed ha accettato di condividere tutto, perfino la sua Musa, con Lui.
E Narcissa, ed Antony ed anche tu Bellatrix: siamo tutti già morti.
Ti ricordi la nostra prima missione?
Io no, ho solo qualche immagine nella memoria: la notte gelida e senza stelle, l'adrenalina che corre sulla pelle, Lucius che avanza altero, benchè il suo passo non sia sicuro come al solito.
Rodolphus che in una mano ha la bacchetta e con l’altra stringe la tua.
Poi le urla di Fabian Prewett mentre Dolohov lancia, primo fra noi, la maledizione di morte.
Silenzio.
Dentro di noi, come nella notte d’inverno, un silenzio opprimente, ma che nessuno riesce a rompere.
Uno dopo l’altro siamo caduti, donando a Lui i fili della nostra esistenza, abbandonando noi stessi e diventando suoi strumenti, i migliori.
Ma io non ci sto più.
So che non mi tradirai, nemmeno Lui ha il potere di farti compiere questo gesto estremo, condannare il tuo amico di un tempo. Ma so anche che non mi seguirai, a costo di perdere la tua vita.
La fine, bene o male che sia, non tarderà molto, e forse ci incontreremo di nuovo prima d’allora.
Ora, l’unica cosa che posso dirti è che affronto il mio futuro con animo sereno. Tornerò ad essere Severus, per quanto non sappia più cosa voglia dire.
Addio Bella.
Tuo, Severus