Aviatori medievali

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Gufo Astrale
00sabato 6 novembre 2004 03:20
Peter Kolosimo, "Ombre sulle Stelle"



Gli egizi sembrano averci lasciato scarse testimonianze di tali fenomeni, ma forse questo è un giudizio basato sulla mancanza di documenti o sull'incompleta o errata interpretazione di quelli che ci sono rimasti. Tuttavia il passo di un papiro conservato nella biblioteca vaticana e identificato come parte degli annali di Thutmosi III (risalenti a circa 5000 anni prima di Cristo) sembra essere così traducibile: "Nell'anno 22, nel terzo mese d'inverno, sette ore prima del nascere del giorno, gli archivisti degli scribi della Casa della Vita scorsero un cerchio di fuoco che veniva dal cielo e ne furono atterriti..."
C'è chi vede in molti altri brani di testi antichissimi accenni a "dischi volant?.3 Oltre al documento egizio abbiamo, comunque, un'interessante osservazione di Adolf Schneider: "Uno storico di Alessandro Magno descrive due strani apparecchi volanti piombati più volte sull'esercito del sovrano, tanto che i cavalli e gli elefanti da guerra, presi dal panico, rifiutarono di attraversare un fiume. Gli oggetti vengono descritti come 'grandi, lucenti scudi argentei dai quali schizzava fuoco. (...) Venivano dal cielo e tornavano a esso"'.


Nel suo "Libro dei prodigi", nota ancora Schneider, "Giulio Ossequente, uno

In complesso, Ossequente descrive 63 stranissimi fenomeni celesti, Tito Livio parla di 30, Plinio di 26, Dione Cassio di 14, Cicerone di 9, sottolineando nel suo De Divinatio ne: "Quante volte il nostro senato ha chiesto ai decemviri di consultare il libro delle Sibille quando comparvero i due Soli e le tre Lune e quando si videro fiamme in cielo? E quella volta in cui il Sole splendette nella notte e il cielo sembrò spaccarsi mentre si vedevano strane sfere?"
A parlarci di "scudi ignei" è anche Seneca, il noto precettore di Nerone: antesignano dei nostri scettici, egli cerca anche di spiegare la faccenda con un'ipotesi molto simile a quelle di certi studiosi moderni, accennando a "condensazione d'aria".
Tentativi analoghi furono propri anche ad alcuni indagatori medievali, posti anch'essi sovente di fronte agli straordinari fenomeni. Costoro, però, non incontrarono, con le loro teorie, il favore delle masse, che videro negli strani oggetti volanti presagi di guerre e catastrofi, come accadeva, del resto, per parecchie manifestazioni celesti allora inspiegabili. Molto interessante è la pagina manoscritta di un incunabolo che si fa risalire al 1388, custodito presso l'abbazia di Ragusa, in Dalmazia: "L'8 gennaio 1338," vi si legge, "nella prima ora notturna, apparvero a tutti, in cielo, grandi segni luminosi volanti per l'aria quasi come una schiera di soldati, e questo fenomeno durò più d'un'ora e stupì una grande moltitudine".
Non meno strabilianti sono gli accenni rintracciati a Forlì da un appassionato studioso italiano del fenomeno, il professor Luciano Marzocchi.


Riproduciamo qui di seguito due fra i passi più sorprendenti:


Nella Cronaca Albertina (1393-94) si legge: "Apparuerunt in principio menses 7bris multi Asub' ('Nome dato agli oggetti celesti,' nota il professor Marzocchi) in aere et stellae volantes". E ancora: "Eodem anno (1394) de mese septembres die secunda eius hora secunda noctis existentibus in platea Fnrliuij apparuit magnum Asub, et in quibusdam etiam aliis contratis stantibus discurrens lentissime per aerem et stetit per spacium in quo dicta fuissent duo Pater noster, et erat magnum in longitudine unius passus, et in ejus disparentia, ut aliqui tunc in platea existentes retulerunt, foetor quidam in modum combustionis ignis apparuit, et alii quidam qui uidisse se dicebant asseruerunt, quod visum fuit eis dictum Asub ardens discurrere per aerem more solito ejus; sed postea stetit firmum per temporis aliquod spacium et tamdiu ita stetit, quod paulatim disparuit, postea remansit ex eo sic nubes quaedam rara ex reliquiis fumi in modum serpentis, res satis admiranda".
1428: "Corendo l'ano dicto denance adì 3 de marzo a ore 1 e mezza de notte
per molte e molte persone non da dargbe poco fede anco degne de fe a ogne
gran cosa fo vededo dentro da Forli quaxe soura i Fra menure (Frati minori) una grandissima fiama informa di una torre e pue una colonna soura e parea de fuogo su in ayere e questo fo per multe da Forlì veludo de quali glie ne fo alcuno relegioxo altro mondano e ancora alcuno fuora perla montagna e alcuno de quegli de piano. Ugnuno a una bora aveano vedudo la ditta fiamma in ditto luogho, era in lo ditto tempo Signor et bono mis. F Domingo Firmano (Domenico Capranica, Vescovo di Fermo, Governatore ecclesiastico della regione romagnola, residente a Forlì). Questo istesso anno li 3 di Marzo si vide in Forlì una lampada di fuoco nell'aria, che durò da un'ora di notte sino alle tre".

http://www.informiamo.com/articoli/kolosimo.htm

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