Le paure dei nostri detrattori

F.Delemme
00lunedì 20 dicembre 2010 14:36
Essere svergognati fa male.
Non è ipocrisia dei testimoni di Geova internettiani, è una paura che palesano gli apostati. Per quanto si voglia dire il contrario, i Ministeri del Regno e le pubblicazioni che disapprovano la presenza su internet dei tdG, non usano mai un linguaggio che possa permettere a chiunque di pensare che questi ultimi (apologisti, esegeti o semplici ricercatori e studiosi) possano essere considerati dei “ribelli”; semmai possiamo parlare di decisioni incaute.

La nostra Confessione, con quelle direttive, intende svolgere un’attività pastorale e non emanare una legge che porta diritti alla disassociazione. Infatti nelle pubblicazioni menzionate dagli oppositori, non si parla mai di questi fratelli come di apostati o dissidenti, ma di persone da lodare per la loro passione. E chiunque legga le pubblicazioni citate dai detrattori non può che convenire che sia così. “È lodevole voler usare le proprie facoltà mentali per sostenere la buona notizia”. (Km 9/2007).
Dio ha dato ai cristiani dei princìpi che permettono loro di prendere decisioni sagge ed un ruolo fondamentale è quello giocato dalla coscienza.

Ma che dire se un testimone di Geova leggesse a scopo apologetico tali informazioni? Sicuramente potremmo considerarlo poco saggio? E se il testimone di Geova fosse un giornalista o un ricercatore?
D’altra parte si può dire che i testimoni di Geova che agissero così nel privato al fine di difendere la Verità, pur assumendosi notevoli rischi, non potrebbero essere passibili né di disassociazione né di richiami pubblici.

È ovvio che alcuni del direttivo, o sotto la loro supervisione, leggano materiale apostata per smentirlo, altrimenti come potrebbero produrre articoli per rispondere alle accuse degli apostati? O come potrebbero dire che il materiale apostata è pieno di mezze verità? Perché l’argomentazione di cui si fanno fautori gli oppositori non regge a questa realtà. Significherebbe che qualcuno ha avuto mandato speciale per leggere materiale apostata o pornografico.

È evidente che i siti apologetici e i testimoni di Geova internettiani irritano gli oppositori, criticandoli aspramente. Se questi testimoni di Geova fossero realmente contro la loro Organizzazione, essi li sosterrebbero ben volentieri.

È noto da anni che esistono persone che pur non credendo più in questa Confessione religiosa, non si dissociano e spesso fanno da spalla forte agli apostati. Questi sono i veri ipocriti.
Alcuni hanno perfino scritto alla Betel facendo sapere che sono stati turbati dalla presenza di questi fratelli in rete. L’azione ipocrita di questi tizi è sempre la stessa. Insistentemente e morbosamente chiedere al testimone di Geova internettiano di identificarsi (mentre loro spesse volte vivono nell’anonimato) serve solo allo scopo di usare l'arma della delazione.
Ovviamente agli apostati interessano i “nominati” e non i fratelli comuni.

La paura e l'ossessione sono "bestie feroci" per i detrattori. [SM=g7347]
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