Pannella e l'ennesimo sciopero

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memoletta
00mercoledì 7 aprile 2004 13:49
Sofri, Pannella peggiora
Si attende lettera di Castelli
"Sto bene, benissimo". Marco Pannella, con l'incoscienza e l'entusiasmo che lo caratterizzano da sempre nelle sue battaglie, interviene per qualche momento al telefono alla trasmissione di Diaco e minimizza sulla sua salute. Non minimizzano, però, qualche ora dopo, i medici che lo tengono sotto controllo da quando, due giorni fa, ha smesso di bere. Pannella deve interrompere immediatamente lo sciopero della fame e della sete, è il loro verdetto.
Ha già perso alcuni chili e il bollettino medico delle 19 indica "una condizione di discreta disidratazione con ipotensione ortostatica più marcata". Alcuni valori sono sballati e il collegio medico "sollecita all'onorevole Pannella una interruzione immediata del digiuno e la contemporanea astensione da ogni attività fisica". Meno asettico e più accorato è poi l'appello del cardiochirurgo Bino Marino, amico del leader radicale. "Non è Gesù Cristo che risuscita. Questo muore". Il medico è tra l'altro

convinto che anche se Pannella fosse ricoverato in ospedale, rifiuterebbe le flebo. "Non possiamo, a quel punto, trattarlo coattivamente - si preoccupa Bino - spacciarlo per un pazzo, ma c'è un aspetto deontologico da considerare adesso, Pannella è un malato per definizione, ma lo stanno uccidendo".

Al momento, però, sia dal Quirinale che da via Arenula, tutto tace. E la battaglia, anche mediatica, del leader radicale ieri è stata oscurata anche dai tragici fatti di Nassiriya. Pannella non demorde. Prende carta e penna e scrive a Ciampi e lo scongiura di "ripristinare la legalità". Ricordando che "a volta anche nella politica sono necessarie determinazione e rapidità di esecuzione delle scelte che si è portati a compiere perché ritenute urgenti e indispensabili". Il clima di attesa, comunque, si può ricollegare anche alla volontà, espressa nei giorni scorsi dal Guardasigilli, di mettere per iscritto la propria posizione con una lettera che potrebbe arrivare oggi. Al momento, il ministro, continua ad accusare "la campagna mediatica" di discredito nei suoi confronti e attacca il 'Corriere della Sera' che oggi fa trapelare delle indiscrezioni sul fatto che il ministro leghista non avrebbe avviato l'iter per il fascicolo su Sofri e Bompressi richiesto dal Quirinale. "Ho dato indicazione agli uffici competenti di costituire il fascicolo - puntualizza Roberto Castelli - anche se per completarlo, come ho già affermato, ci vorrà il tempo necessario per l'acquisizione dei pareri prescritti".

Intanto, tutto il centrosinistra va all'attacco del governo e di Castelli. Con Piero Fassino che apre gli stati generali dei Ds parlando proprio della questione del ripristino del potere di grazia del capo dello Stato e del caso Sofri. Denunciando "il modo incredibilmente contraddittorio con cui questo esecutivo e questa maggioranza stanno gestendo le vicende delle prerogative costituzionali spettanti al capo dello Stato in materia di concessione della grazia". Molti, da Buemi (Sdi) a Maccanico (Dl) prefigurano la strada del conflitto di attribuzione di fronte alla Consulta tra Quirinale e via Arenula, come possibile via d'uscita. Mentre Fausto Bertinotti, insieme a Paolo Cento, sottolinea la "straordinaria testimonianza di Pannella". "Occorre tradurre
- dice il leader del Prc - sul terreno della politica la sua testimonianza e indirizzare tutte le pressioni dell'opinione

pubblica perché a Ciampi venga riconosciuta la facoltà che ha".


Nella Cdl si registra la fermezza di An, con Gianfranco Fini che da Parigi torna a battere il tasto della richiesta della grazia da parte dell'ex leader di Lotta Continua, come presupposto imprescindibile per il provvedimento di clemenza. E il vicepresidente del Consiglio, in questo senso, si dice perfettamente d'accordo con Castelli.

Da Forza Italia, invece, arriva l'appello di Sandro Bondi a Pannella a interrompere la sua azione non violenta.

Duro Carlo Giovanardi che polemizza con il centrosinistra che dovrebbe "prendere atto di come il Parlamento italiano si è pronunciato un mese fa sul caso" facendo riferimento all'affossamento da parte della Camera della pdl Boato, il 17 marzo scorso. Il ministro per i Rapporti col Parlamento ricorda anche la protesta di Bruno Berardi.

Dall'altra parte del 'ring mediatico' di questi giorni, rispetto a Pannella, c'è, infatti, il presidente dell'associazione familiari delle vittime del terrorismo, da alcuni giorni in sciopero della fame e che ha minacciato di lasciarsi morire se verrà concessa la grazia ad Adriano Sofri. Giuliano Ferrara gli ha scritto una lettera sul Foglio. Ferrara ricorda l'amicizia che lo lega al padre di Berardi che "fu ammazzato come un cane dalle Br". "Mi conti pure tra gli amici del detenuto di Pisa - conclude il direttore del 'Foglio' - ma abbia pazienza di informarsi e di constatare che ero fra gli amici, anzi fra i fratelli di suo padre".

tgcom.
paperignas
00martedì 13 aprile 2004 23:37
Mah...... e non aggiungo altro!:maioo:
memoletta
00mercoledì 14 aprile 2004 13:39
:Sm8:
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