00 10/01/2013 20:45
Orchi da nord
Per pugno di Orion Aghias della Gilda d'Arme

Siamo arrivati ad Ascalith poco dopo che il sole aveva cominciato il suo lento declino.
Pochi presenti, questa volta. Il Generale Crisso, il Sergente Orion e i soldati Egìl e Galadh per la Gilda d’Arme, ser Mallister e Astrea Aghìas per gli Incantatori, Dor il Bardo e Oberon il Mago. Alla comitiva si sono uniti Marco, amico di Egìl e nuova recluta dell’Arme, e Grunk, un mezz’orco ancora incapace di parlare elaviano al seguito di Dor.
Ci sistemammo nella piana sul monte e cominciammo a fare gli addestramenti come ad ogni raduno, quando apparve una popolana arrabbiata. A suo dire, la milizia aveva ucciso sua nonna, sua sorella e sua madre scambiandole per delle streghe mentre erano semplici pelatrici di patate. Dopo che doriano l’ebbe risarcita con tre copper, essa se ne andò ed arrivò poco dopo un contadino che si guardava attorno con circospezione. Volle sapere se eravamo la milizia che aveva liberato quelle terre dalle streghe e alla nostra positiva risposta si presentò come Guido la Fossa, becchino di Ascalith e ci ringraziò calorosamente per quello che avevamo fatto, donandoci un libro, l’originale “Il Sollievo e l’Assoluto” il perduto Libro di Elaudia i cui frammenti sono stati raccolti e riscritti dal mio vecchio maestro Martino delle Torri e una gemma di vetro a forma di goccia dal valore di due copper scarsi. Diceva di averli ritrovati nella sacca di un uomo biondo, vestito con un tabarro blu e un mantello bianco, che era morto ad Ascalith per le ferite riportate in uno scontro contro degli orchi, a quanto aveva avuto modo di sentire dai suoi ultimi rantoli di agonia. Ci chiedevamo a cosa mai potesse servire la gemma, ora in possesso di Mallister e, mentre Oberon si allontanava per esplorare la zona, ripresi gli addestramenti.
Avevamo appena concluso l’addestramento di linea, quando ad un tratto, in mezzo a delle rovine, apparvero due demoni che sembravano effettuare un rituale. La compagnia si mosse in gruppo per andarli a bloccare e constatammo che uno dei due demoni era in grado di fulminare, ma fortunatamente nel breve combattimento che seguì non fece troppi danni mentre l’altro aveva una spada avvolta dalle fiamme. Ad un tratto, quest’ultimo invocò: “Ra’Has, distruggili!” e alle nostre spalle apparve un orco, vestito di una spessa pelliccia, armato di una spada fiammeggiante anch’esso ed in grado di fulminare rapidamente. Notammo tutti immediatamente che aveva sulla fronte il simbolo di un serpente. Alcuni continuarono ad occuparsi dei demoni, mentre io e Galadh ci occupavamo dell’orco. Con il mio scudo sono riuscito a bloccare completamente due dei suoi fulmini, il terzo non riuscii a deviarlo completamente e mi colpì di striscio, ma con abbastanza forza da farmi cadere a terra stordito. Mi ripresi poco dopo, tornando a combattere. Galadh, essendo caduti sia io che Crisso e pensandoci ancora a terra, fulminò l’orco, che entrò in uno stato di furia e poi, finalmente, cadde. Lo legammo stretto e cominciammo ad interrogarlo. Dopo che Dor gli ebbe fatto il solletico e Marco cominciava ad infilargli un bastone nel posteriore, cominciò a parlare. Quegli Orchi cercavano un libro che aveva sottratto loro un tizio biondo. Capimmo subito che si trattava del perduto libro di Martino, ma mentre ancora lo stavamo interrogando, l’orco venne richiamato da qualcuno e sparì in un lampo di luce bianca. Non riuscimmo però a capire se questi orchi siano effettivamente dei Vipers, oppure dei semplici orchi che portano i simboli di Ra'Has.
Diedi la mia personale opinione del perché gli orchi cercassero il libro: fondamentalmente Ra’Has, signora degli orcoidi e dea dei veleni e delle morti violente per avvelenamento è in netta contrapposizione con Elaudia, dea della Guarigione. Ma cosa volessero farci con il libro non lo sappiamo. Dopo poco, apparve una donna, una studiosa, che ci disse di provenire da un’Accademia di Studi nella Tuscia. Era venuta ad Ascalith per recuperare una statuetta di Elaudia sottratta loro dalle streghe e ci rivelò che se alla presenza di quella statuetta e di un’altra gemma come quella che ci mostrò (identica a quella che ci aveva consegnato il signor Guido) una persona che ancora non aveva scelto una delle quattro Gilde avesse recitato la preghiera sul libro di Elaudia, sottratto loro assieme all’altra gemma da un tizio biondo, tutte le creature non-morte e controllate dalle streghe nei dintorni di Ascalith sarebbero state epurate dal potere benefico di Elaudia e a lui sarebbe stata data una ricompensa. Non restava che andare in cerca della statuetta, che la donna disse trovarsi sicuramente nei pressi dei ruderi di una costruzione. Io e Astrea partimmo immediatamente alla ricerca, ma dopo quasi un ora di minuziosa, purtroppo vana, ricerca, capì che forse le streghe l’avevano portata nell’ultimo posto dove io e Astrea saremmo voluti andare: nei pressi della tomba di Sha’Ytian. Dopo aver chiesto il dovuto permesso, ci avviammo con il cuore in gola, spingendoci fin dove io sapevo che la maledizione non ci avrebbe colpiti. Intanto, degli orchi avevano attaccato il gruppo, senza che noi ce ne accorgessimo, e presero Egil e Galadh. Che fare? Andare avanti a controllare e rischiare, o tornare indietro? Astrea propose di correre, controllare e tornare in dietro, ci avremmo messo pochi secondi. Titubai un po’, ma alla fine lei scattò e le andai dietro, controllando i dintorni alla ricerca della statuetta. Arrivati all’arcata, lei si sporse all’interno della tomba, prese un sasso e tornammo indietro di corsa. Mi diede la pietra, dicendo di nasconderla e di non dire nulla a nessuno, che ci saremmo consultati più in là sul da farsi. Ho fatto come mi aveva chiesto, ma non me la sono sentita di tenere quel sasso in casa mia a Mor per più di una notte, così ieri mattina sono andato alle poste Elaviane e ho spedito il sasso alla Gran Maestra Kalevala. Tornati indietro dove gli altri ci aspettavano, li trovammo attaccati da quattro orchi, uno dei quali aveva un arma imbevuta di veleno, e ci buttammo nella mischia.
Dopo averli abbattuti con un po’ di difficoltà, scoprimmo che avevano trovato la statuetta in una vecchia rovina dove eravamo passati molte volte senza vederla. Intanto che decidevamo se fosse una trappola o meno, a causa della troppa facilità con cui avevamo recuperato tutto, appena la statuetta passò dalle mani di Mallister a quelle di Crisso, questa sparì. Il tempo era scaduto. Poco dopo, Oberon ritornò portando con sé Egil e Galadh, entrambi mutilati: Galadh senza la mano e l’occhio destro, Egil senza braccio destro ed entrambi gli occhi. Tornammo immediatamente a Mor per prestar loro soccorso, e il raduno si concluse così.

Documento Originale
[Modificato da Ser Jeremy Mallister 10/01/2013 20:51]