*posa la penna d’oca sul tavolo*
Una premessa amici miei: non offendetevi per il mio scritto, in quanto compito mio è cantare le storie che valgono la pena di essere raccontate. Solamente questo, senza perorare causa alcuna, né attaccare nessun credo né nessuna fede.
*inizia a leggere, tenendo la pergamena in una mano e mescendo un bicchiere di idromele nell’altra*
- Derel fermati!
- Perché? Eh? Dai dimmi perché dovrei fermarmi?
- Perché stai buttando via tutto non capisci?
- Eh no caro! Sei tu che non capisci. Cosa starei buttando via? Dimmelo avanti!
- Ma la tua vita! Tutto! Ma cosa stai dicendo? Cosa credi di trovare in fondo a quella cascata?
- E cosa troverei di nuovo nel recinto degli schiavi? Eh? Dimmelo!
*pausa*
- Derel non capisci che è una cosa contro natura? Contro ogni principio.. contro Dio.
- E no, non venirmi a parlare di Dio. Io non ho un Dio, forse tu ce l’hai, ma non io. Dov’era il tuo Dio quando mi frustavano eh? Dove, quando mi strappavano ai giochi dell’infanzia per gettarmi in un buco ad estrarre minerali? DOVE!!! Nel vuoto delle chiese a compiacersi delle vuote preghiere che i suoi fedeli appannati da ancor più vuote promesse gli rivolgevano. Che tanto lo sai anche tu che la metà delle persone che viene in chiesa, anzi, quasi tutte, pregano solo perché hanno PAURA. Sì, hai capito bene, paura. Di una rappresaglia del tuo Dio. Credono che se non pregassero lui li punirebbe senza pietà! Quella che tu scambi per fede è timore. Non te ne accorgi? NO! Non ti avvicinare!
- Va bene, va bene figliuolo, non mi avvicino. Ti prego calmati, stai vaneggiando. Ma non vedi tutte le cose belle che Dio fa per noi? La natura è meravigliosa, la vita che nasce è la cosa più bella del mondo. La gioia dell’amore, di costruire una famiglia.
- Ma non senti? Non senti le stupidaggini che vai dicendo? Ti sei forse scordato che per dieci anni non ho visto altro che un muro di roccia davanti a me? Che per amico non ho avuto altro che la piccozza e la frusta? Che la cosa più bella della natura, per me è stato il sangue che sgorgava dal mio volto tumefatto? Dimmi, incantatore, perché dovrei voler continuare a vivere? Non ricordo nemmeno il profumo di mia madre..
- Ma perché la vita è il nostro dono più grande!
- Forse, dipende però da come si vive.
- Ma cosa speri di trovare nella morte?
*pausa; poi, un’unica parola, pronunciata sottovoce*
- Libertà.
*lunga pausa*
- Derel, ragiona, tu non sai ciò che dici, tu.. non sai nemmeno cosa sia la libertà!
- Ahahahahah, è proprio questo il punto!
- Senti, io posso aiutarti. Posso fare in modo che tu venga trattato meglio in miniera. Oppure, se ti trovi male là sotto ti posso fare assegnare ad una piantagione. Cosa ne dici?
*clap clap clap*
- Bravo, belle parole! Degne di uno come te. Non hai pensato nemmeno per un attimo alla possibilità di rendermi libero vero? Perché non mi lasci fuggire? Potresti ordinare alle guardie di farmi passare.. perché non lo fai?
*lunghissima pausa*
- Io… non posso.
- Ahaha, lo sapevo.
- Derel… tu… hai ucciso un uomo…
- Sì, è vero, a dieci anni ho colpito un uomo alla testa con un attizzatoio. Peccato che quell’uomo stesse cercando di stuprare mia madre! STUPRARE! Mia madre! Davanti ai miei occhi! Ma come? Cos’è quella faccia? Non lo sapevi? Ma certo che no, il giudice si è guardato bene dal rivelare quel piccolo particolare che avrebbe solo infangato la memoria del suo povero cugino. ASSASSINO! È un pericolo ha detto il giudice, è un deviato! Ai lavori forzati! A VITA. È questo che ti ha insegnato il tuo Dio? A seguire semplicemente gli ordini? Senza guardare ad un palmo dal tuo naso?
*pausa*
- RISPONDI!
*pausa*
- Io… Derel, mi dispiace… non sapevo… ma… non si può andare contro ad una sentenza del genere… tu devi espiare la tua colpa…
- Basta, sono stanco.
- Ti prego Derel, non farlo. Il suicidio è un peccato!
- Questo è un punto di vista.. per me è l’atto estremo di libertà.
*Derel volta le spalle all’interlocutore*
- Solo una cosa: non pregare per me.
*si getta fra i flutti*
Mentre andava incontro alla morte, quando chiunque avrebbe avuto paura, Derel sorrideva. Perché in quel momento.
Si sentì finalmente libero.
*alza il bicchiere*
Un brindisi a voi tutti che mi avete regalato un poco del vostro tempo. Un brindisi a Derel, che ha scelto una strada difficile e l’ha percorsa con coraggio. Un brindisi all’incantatore, che ha cercato di salvargli la vita. E un brindisi a tutte quelle note, che a volte escono, tristi, dagli strumenti, e che ci fanno riflettere.
*svuota il bicchiere con un lungo sorso*
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John Wit
Anima inquieta, sempre alla ricerca
Devoto a Rahel
"Le stelle sono sogni. Guarda.. la vedi quella? Quella che brilla più di tutte? Ecco, quello è il mio" - John Wit